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La lavanda è una delle piante da giardino aromatiche più apprezzate e coltivate dagli amanti del giardinaggio e del pollice verde. Conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali, profumate e ornamentali, la lavanda infonde ai nostri giardini e terrazzi un irresistibile profumo di Provenza.
In questo articolo parleremo di tutto ciò che c’è da sapere sulla coltivazione della lavanda: dalle sue origini alle caratteristiche principali, dai metodi di coltivazione ideali alla cura e all’irrigazione.
Scoprirai quando e come piantare la lavanda, quanto concime utilizzare e tutti i piccoli accorgimenti per ottenere una rigogliosa pianta di lavanda che duri a lungo nel tempo.
Origini della Lavanda
La lavanda è una pianta aromatica originaria dell’area mediterranea, in particolare di paesi come Francia, Spagna e Italia. Il nome deriva dal verbo latino “lavare“, in riferimento all’uso dei suoi fiori e delle foglie sia in ambito igienico che medico.
Le prime coltivazioni di lavanda risalgono all’antica Roma: i romani utilizzavano l’olio essenziale di lavanda nelle terme, per profumare ambienti ed unguenti. L’utilizzo più comune era quello di bruciare i fiori essiccati come incenso, per conferire un piacevole aroma agli ambienti.
Oggi la lavanda viene coltivata principalmente in Provenza, regione della Francia sud-orientale dove questa pianta aromatica ha trovato l’habitat ideale. I vasti campi di lavanda color lilla sono divenuti un’attrattiva turistica di questa zona.
Caratteristiche della pianta di Lavanda
La lavanda è una pianta perenne aromatica che può raggiungere i 60-100 cm di altezza. Si distingue per:
- Fusto legnoso: il fusto è eretto e ramificato, con corteccia di colore grigio-violaceo.
- Foglie: sono piccole, strette e allungate, di colore grigio-verde e ricoperte da una leggera peluria. Le foglie emanano un gradevole profumo quando strofinate.
- Fiori: a forma di spiga, di colore blu-violaceo o lilla, composti da piccoli fiori tubolari. La fioritura avviene in estate.
- Radici: sono piuttosto superficiali ma si espandono orizzontalmente.
- Aromi: tutte le parti della pianta sono ricche di oli essenziali aromatici, in particolare i fiori.
Principali tipologie di lavanda
Esistono diverse specie di lavanda, che si distinguono per alcune caratteristiche. Le più coltivate sono:
- Lavandula angustifolia: è la specie più diffusa, resistente e profumata.
- Lavandula stoechas: si differenzia per le infiorescenze colorate di porpora scuro.
- Lavanda ibrida: ibrido sterile tra Lavandula angustifolia e Lavandula latifolia.
Come coltivare la pianta di Lavanda
La lavanda predilige un’esposizione in pieno sole. Cresce bene in qualsiasi terreno, anche sassoso e poco fertile, l’importante è che sia ben drenato per evitare i ristagni idrici.
Il periodo ideale per la semina è tra marzo e aprile. In alternativa, tra aprile e maggio si possono mettere a dimora piantine già pronte acquistate in vivaio. Per la semina, praticare dei solchi distanziati 30 cm e spargere i semi, ricoprendoli poi con uno strato sottile di terriccio.
Le piantine vanno trapiantate quando raggiungono un’altezza di 10-15 cm, mantenendo una distanza di almeno 40 cm l’una dall’altra, in fila o a quinconce.
Per favorire un buon sviluppo, è bene concimare la lavanda in primavera con del compost ben maturo o concimi naturali, da ripetere eventualmente in estate. È importante potare le piante a fine fioritura, accorciando i rami di un terzo per stimolare una successiva fioritura.
Come annaffiare la pianta di Lavanda
La lavanda non necessita di molta acqua per crescere rigogliosa. L’irrigazione dovrà essere regolare ma non eccessiva, soprattutto durante la fioritura, poiché troppa acqua potrebbe far marcire le radici.
Basteranno mediamente 2-3 annaffiature alla settimana in primavera e in estate, mentre in inverno è consigliabile diradarle. Meglio evitare i ristagni idrici e far asciugare bene il terreno tra un’annaffiatura e l’altra.
Il metodo migliore per irrigare la lavanda è quello manuale con annaffiatoio, bagnando il terreno intorno alla base della pianta senza bagnare le foglie. In alternativa si può usare un impianto a goccia, regolando il timer in base alle esigenze stagionali.
Quanto può durare la Lavanda?
La lavanda è una pianta perenne che, se coltivata nelle giuste condizioni e curata adeguatamente, può durare anche oltre 10 anni.
La lavanda raggiunge la maturità dopo 2-3 anni dalla semina o dal trapianto. Nei primi anni di vita tende a crescere rapidamente, producendo fusti fioriferi già dal primo anno se coltivata da seme.
Superata la fase giovanile, la lavanda si stabilizza e può vivere a lungo se coltivata in un luogo soleggiato, con terreno drenante e con potature annuali. Con il passare degli anni la fioritura può ridursi ma rimane comunque una pianta ornamentale.
In generale, le varietà di Lavandula angustifolia sono le più longeve, con una aspettativa di vita media di 10-15 anni. Le altre specie come la Lavandula stoechas durano mediamente 5-8 anni. Per prolungare la durata della lavanda, è bene rinvasare ogni 2-3 anni dividendo le piante.
Quali sono le principali malattie della pianta di Lavanda e come prevenirle?
- Marciume radicale: causato da eccesso di umidità. Si previene con un buon drenaggio del terreno.
- Botrite: fungo che colpisce i fiori in ambienti umidi. Si previene con concimazioni equilibrate ed evitando ristagni idrici.
- Cocciniglia: parassita che aggredisce fusti e foglie. Si elimina con sali di potassio o olio bianco.
- Afidi e aleurodidi: si combattono con trattamenti a base di sapone di Marsiglia o piretro.
- Ragnetto rosso: diffuso con clima secco e caldo. Si combatte mantenendo la pianta irrigata.
- Fumaggine: funghi che ricoprono le foglie di nero. Si elimina migliorando il ricambio d’aria e l’illuminazione.
Controllare periodicamente le piante e intervenire tempestivamente in caso di attacchi parassitari è fondamentale per mantenere sane le piante di lavanda e prolungarne la durata.